Una mia poesia. (S.R.)
Ti chiederai chi è quest’uomo
che sorride al tuo sorriso,
che poi grida come un abbaglio del sole;
che acconsente al tuo abbraccio
poi ti nega ogni cosa.
Ti chiederai perché tra tutti
di lui ti puoi fidare,
come un Atlante della tua stessa carne.
E ti spaventa quando guarda severo
lo sguardo birichino delle tue pupille;
gli chiederai perché
il mondo è un labirinto di contraddizioni,
e lui ti parlerà come un uomo
che ha imparato da altri uomini,
come uno che prima di se stesso
ha voluto che fossero le tue piccole mani
a plasmare lentamente il suo cuore,
come uno che piange ogni volta che dalle mani
gli scivolano i sogni, e sopporta a fatica
di sapere che il dolore sorprenderà anche te,
e tu crescerai nella sua esperienza,
come un seme che per dar frutto,
morirà in se stesso.
Quanta tenerezza! Bellissima! E’ tuo figlio il fortunato destinatario?
By: fausta68 on 27 febbraio 2012
at 22:31
In questa poesia è la figlia. Grazie (S.R.)
By: stefano re on 28 febbraio 2012
at 20:54
e direi e lo faccio sinceramente che quest’uomo ha un gran bel cuore!
By: monicamarghetti on 27 febbraio 2012
at 22:33
la sorpresa di essere ancora meravigliosamente umani
By: massimo botturi on 28 febbraio 2012
at 07:13
Quante volte preferiremmo soffrire noi al posto delle persone che amiamo, vorremmo preservarli dal dolore e dalla tristezza quella stessa che imparammo a sopportare noi. Una poesia che ha colpito il mio cuore e anche molto dolce. Un abbraccio Stefano.
By: Angela on 28 febbraio 2012
at 08:41
Un magnifico padre…
By: Cristiana on 28 febbraio 2012
at 20:03