Ti avvicini come per dire qualcosa,
mentre fuori il buio aggredisce la notte
e i tuoi occhi si sostengono ai miei
che rincorro parole su un libro
girato al contrario per strapparne un senso.
Mi dici qualcosa con la voce più acuta d’uno spillo,
come per catturare l’attenzione
perché a volte le parole sfuggono
nella disattenzione del momento.
Eppure sei più me di me stesso,
hai i tempi esatti della mia esistenza,
anche se il dado a sei facce ha sbiadito il suo volto
e la fortuna gira su se stessa senza nemmeno
trasformare gli eventi in momenti d’oroscopo,
anche se per noi l’oracolo è un destino
che un altro ha posto e dell’alterità ne è il senso.
E allora basta masticare parole come lingue,
vivere nell’illusione del tempo che non passa!
e allora dimmi quello che hai deciso di dirmi,
rimarrò in silenzio come un padre
che nel figlio ascolta il motivo della sua esistenza,
come un sentiero che Hansel usa ancora per ritrovare la strada.
Pubblicato da: Stefano Re | 15 settembre 2010
Ti avvicini come
Pubblicato su Poesia
Che meraviglia!!!!!!!!!!!!
“eppure sei più me di me stesso, hai i tempi esatti della mia esistenza”….Lorenzo e Valentina quando la leggeranno saranno fieri del loro papà.
Un abbraccio
Cristiana
By: Cristiana on 15 settembre 2010
at 15:42
Mi ha davvero emozionato!! é bellissima…ho cercato un verso che fosse più penetrante degli altri…ma è impossibile tanto è stupenda in ogni passaggio!! Grande Ste!!!
By: Alice on 16 settembre 2010
at 13:48
Bene Aly, grazie!
Questa sarà presentata ad un evento alla fiera di Milano. (S.R.)
By: stefano re on 16 settembre 2010
at 16:00